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Tra il 1929 e il 1932 Benjamin, convinto sostenitore di un uso socialmente utile dei nuovi media, lesse alle radio di Berlino e Francoforte una serie di “micronarrazioni” rivolte ai “ragazzi fra i dieci e i quindici anni”, rivelando un indiscutibile talento affabulatorio e pedagogico e cercando di indurre nei giovani ascoltatori una propria capacità di osservazione critica del mondo.
Attraverso i temi e i protagonisti delle narrazioni, scorrono in filigrana temi come il Teatro dei burattini, Caspar Hauser, Il dottor Faust, Le antiche bande di briganti, La scomparsa di Pompei ed Ercolano, e, al tempo stesso, le spinose questioni e i protagonisti del suo tempo: dalle scorribande attraverso Berlino allo sviluppo della tecnica e dell’industria, dal potere oppressivo dello Stato nella Bastiglia al diabolico fascino del ciarlatano Cagliostro-Hitler, alla cupa Caccia alle streghe, prefigurazione di quella caccia al diverso che si scatenerà di lì a pochi anni.
Il testo è tradotto da Giulio Schiavoni, cui si deve anche una completa ricognizione del pensiero di Benjamin nell’introduzione.
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