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Ne "La bottega del caffè" Goldoni rappresenta una piazzetta di Venezia e la vita delle persone che gravitavano intorno a essa, la bottega del caffè e le altre botteghe vicine, il barbiere, la bisca... e gli avventori che vanno e vengono. Tutto si svolge intorno a questo luogo di ritrovo, collocato al centro della scena come punto di fuga da cui si ha la visione di tutta la piazza e degli edifici che l’attorniano.
La scena non è altro che uno scorcio di realtà portato in teatro: ogni spettatore dell’epoca avrebbe facilmente potuto riconoscersi, o ritrovare qualche suo conoscente, nei panni di uno dei tanti personaggi.
Il suo proprietario, Ridolfo, è il personaggio chiave che tiene le fila degli avvenimenti, che inizia e pone fine alle vicende con maestria, mantenendo saldo il buon senso laddove viene a mancare. Antagonista del bottegaio è Don Marzio, gentiluomo napoletano, indiscreto e, suo malgrado, seminatore di zizzania. Protetti o vittime di questi due personaggi sono il signor Eugenio, di buona famiglia ma facile preda del gioco e delle donne, e sua moglie Vittoria, donna virtuosa e onesta; Flaminio, celato sotto il nome di Conte Leandro, che vive delle vincite al gioco con le quali mantiene la ballerina Lisaura, che lo crede scapolo e intenzionato a sposarla; Placida, moglie di Flaminio, vestita da povera pellegrina e alla ricerca del marito; Pandolfo, uomo senza scrupoli, proprietario della bisca situata accanto alla bottega del caffè.
Pubblicato da: Scrivere
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