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“Quando altro frutto non ci venga da questa navigazione, a me pare che ella ci sia profittevolissima in quanto ci fa cara la vita, ci fa pregevoli cose che altrimenti non avremmo preso in considerazione.” È il celebre monito di Colombo che scruta pensoso l’orizzonte dal ponte della sua nave in uno dei più famosi dialoghi leopardiani, magistrali racconti filosofici venati di ironia e disincanto. Cosa ha ancora da dire il conte Giacomo Leopardi, fiero avversatore dei costumi del secolo Decimonono, a donne e uomini immersi nella complessità del vivere al secolo Ventunesimo? Maurizio Maggiani reinterpreta i quindici dialoghi contenuti nelle Operette morali e si confronta con gli immortali personaggi leopardiani trasformandoli in figure diverse eppure simili, quotidiane e senza tempo. Le sue “operette” portano in scena l’uomo e le sue tante maschere, in una galleria di invenzioni narrative che spaziano da un’inedita Mary Shelley all’operaio logorato dal sistema, da Coco Chanel all’ex sessantottino alle prese con una necessaria “decrescita poco felice”, da Charlie Chaplin al fantasma di una nonna molto amata. Grazie alla penna di Maggiani, che plasma questi dialoghi e li fa propri, immergendoli nell’orizzonte inconfondibile del suo mondo letterario, Leopardi impara la lingua della modernità e l’incontro tra due maestri della parola si rivela un’opportunità unica per lasciarsi guidare alla riscoperta del poeta più amato di tutti i tempi.
Pubblicato da: RIZZOLI LIBRI
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