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La stampa a caratteri mobili, una giornalaia analfabeta, due ragazzini incantati alla scoperta di uno schermo televisivo, giovani costretti a emigrare, la disabilità vissuta con vergogna, il ’68 alternativo: questi e altri sono i personaggi, i luoghi, gli affetti e gli eventi con i quali l’autrice, nel narrare di sé, racconta “come eravamo” nel dopoguerra. I ricordi della quotidianità di una persona qualunque, rivisti attraverso gli occhi dell’infanzia e della giovane età, aprono inaspettatamente un’ariosa finestra sulla Storia della società povera e disorientata di quel tempo andato e ci fa scoprire come, in fondo, i tempi attuali ne sono figli ed eredi.
Pubblicato da: Ventus
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