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Nella primavera del 2010 Clayton Christensen, professore di economia alla Harvard Business School, tiene un memorabile discorso di fine anno ai laureandi. Il discorso è particolarmente coinvolgente perché è al tempo stesso una profonda riflessione personale: Christensen sta infatti lottando contro una grave malattia e si è trovato a dover fare un bilancio della propria esistenza. È questo l'argomento dal quale nasce l'idea di scrivere Fare i conti con la vita, una testimonianza intensa e appassionata sul senso delle scelte che compiamo ogni giorno e sul valore che, magari anche inconsapevolmente, diamo a ciò che facciamo. Partendo dalla constatazione che tutti noi abbiamo l'obiettivo di avere un'esistenza serena, ricca di soddisfazioni nel lavoro e nella sfera privata, ma solo pochi riescono a raggiungerlo, Christensen ipotizza che i tanti insuccessi dipendano dalla mancanza di una buona strategia nel far fronte ai problemi che di volta in volta ci si presentano e che spesso, purtroppo, ci paiono insormontabili.
E se provassimo, invece, a concepire la nostra vita come quella di una grande azienda, nel cui bilancio i guadagni devono sempre e comunque superare le perdite, pena il fallimento? Forse allora ci accorgeremmo che le teorie economiche più moderne ed efficaci, che hanno consentito ad alcune società di affermarsi nel mercato globale, si possono applicare con indiscutibili vantaggi anche alle nostre piccole e apparentemente insignificanti scelte quotidiane, e possono insegnarci molto su come investire le nostre risorse di tempo ed energie nelle cose che riteniamo davvero importanti non solo per il presente ma anche per il futuro.
Coniugando l'indiscussa competenza in materia economica con una buona dose di senso dell¿umorismo, l'autore ci suggerisce una prospettiva del tutto inedita da cui valutare le nostre scelte, fatta di domande a dir poco sorprendenti: per quale mansione siamo stati assunti da nostra moglie o da nostro marito? È conveniente «esternalizzare» i figli? Quanto conta la qualità di un frappè per definire il nostro ruolo di genitori? Trovare le risposte giuste forse non basterà per diventare un top manager, ma ci indicherà una via sicura per il successo della nostra «impresa» privata. In gioco, per noi, non ci sono quotazioni di borsa e capitali, ma un bene assai più prezioso: l'inestimabile opportunità di diventare finalmente le persone che vorremmo essere.
Pubblicato da: Mondadori
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