Pagine: 400
Un paese di montagna, un'antica villa con troppe stanze, l'ultimo erede di un casato ormai estinto, lo scontro al calor bianco tra due uomini che non sembrano avere nulla in comune... Quanto siamo fedeli all'idea di noi stessi che abbiamo ricevuto in sorte? Matteo Melchiorre ha costruito una storia tesissima ed epica sulla furia del potere, le leggi della natura e la libertà individuale. Un romanzo che ci interroga a ogni riga sulla forza necessaria a prendere in mano il proprio destino: «il modo giusto per liberarsi del passato non è dimenticarlo, ma conoscerlo». « Il Duca è pervaso da una forza nera». Marco Missiroli «Ti prende, questa strana lingua, come il bosco che ti cresce intorno e non te ne accorgi». Paolo Cognetti «Matteo Melchiorre è uno scrittore che scuote e ispira perché è uno storico che lavora sulle fonti con tutto il corpo , un geografo che calca la mappa con gli scarponi e le cui intuizioni non mancano mai di sorprendere, un medium che evoca i fantasmi del territorio e li raduna a convegno. Fantasmi di confini, fantasmi di conflitti, fantasmi di paesaggi scomparsi o trasfigurati. Seguiamo il suo lavoro da molti anni, non come si segue un collega, ma come si segue dal versante di un monte il percorso di un viandante sul monte di fronte. Ogni tanto entra nel bosco e lo perdi di vista, ma sai che lo vedrai riapparire al prossimo tratto scoperto, e sai che presto lo incontrerai, in quella zona dove i nostri sentieri si uniranno, là dove l'archivio è la strada, e la strada è l'archivio». Wu Ming
Pubblicato da: EINAUDI
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