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Milano, aprile 1945. Si apre la caccia alla borsa di Mussolini, ricolma di documenti selezionati e custoditi gelosamente dal Duce, che da quel materiale si ripropone grandi vantaggi politici. Nel dopoguerra si favoleggia di importantissime lettere di Vittorio Emanuele III, Adolf Hitler, Dino Grandi, Pietro Badoglio, De Gasperi e soprattutto di Winston Churchill. “Per l’Italia valgono più di una guerra vinta” aveva confidato il Duce al gerarca Alessandro Pavolini. Dopo il crollo del fascismo, i documenti autentici si mescolano alle contraffazioni, dando vita a campagne scandalistiche che appassionano gli italiani. Le misteriose lettere riguarderebbero l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 e l’accordo segreto secondo cui, in caso di sconfitta della Gran Bretagna, Mussolini avrebbe mitigato le pretese di Hitler al tavolo della pace in cambio di concessioni territoriali. Ma cosa conteneva veramente quel carteggio? E cosa nasconde il lucroso mercato di apocrifi maturato nel dopoguerra? Che credito meritano i clamorosi documenti apparsi sulla stampa negli anni Cinquanta e che divennero oggetto di negoziazioni, ricatti, speculazioni tra Italia e Svizzera, Germania e Regno Unito? “Nell’ultimo trentennio sono fioriti servizi giornalistici e monografie talmente abbondanti da costituire un nuovo genere letterario”: soltanto oggi, grazie a nuove fonti d’archivio e a una ricostruzione storica scrupolosissima, è finalmente possibile chiarire i retroscena di un caso che per settant’anni ha gettato ombre inquietanti sul nostro passato. L’arma segreta del Duce spiega chi e per quali motivi recuperò, modificò e falsificò quel materiale, in una tra le più efficaci e persistenti campagne di disinformazione dell’Italia repubblicana.
Pubblicato da: RIZZOLI LIBRI
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