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Ci sono tre Italie: quella dei retori, quella dei denigratori, quella vera. L'Italia vera è vista da un travet del Prenestino, popolare quartiere romano: Cesaretto Mericoni, uno dei tanti, uno di noi, uno che guarda con i propri occhi, giudica con la propria testa, e vede le cose come stanno.
Cos'è il Belpaese? Un manicomio, un luna park, un circo equestre, una discarica a cielo aperto, una camera a gas. È, soprattutto, un bordello senza una maîtresse.
L'Italia, dove - citando Ennio Flaiano - "la linea più breve fra due punti è l'arabesco", sta in piedi perché non sa da che parte cadere. Non funziona più niente e, se qualcosa sventuratamente funziona, provi un tale sconforto che preferiresti non funzionasse.
Cesaretto vede e giudica i politici, indegni di esercitare un potere spesso usurpato, uomini forse anche intelligenti, ma non abbastanza per dimostrarlo.
Chi è Matteo Renzi? Un mix di Gian Burrasca, Capitan Fracassa, il dottor Stranamore, il barone di Münchhausen, Don Chisciotte. Un venditore di fumo in technicolor. Chi è Berlusconi? Un mattatore che è diventato quel che è diventato vendendo arrosto ai vegetariani, e persino ai vegani.
Chi è Matteo Salvini? Un Orlando furioso che brandisce una clava. Chi è Grillo? Un grande istrione, un grandissimo comico, un Masaniello che ha fatto della ribalta politica una esilarante e sgangherata corte dei miracoli.
Cesaretto, che per sua e nostra fortuna non è un politologo, racconta, attraverso un amico agente della CIA, l'Italia a Donald Trump, che finalmente la capisce. E capisce gli italiani, un popolo furbo e fantasioso, ma senza carattere, senza senso civico, che dà il meglio di sé più nelle disgrazie che nella buona fortuna.
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