Pagine: 300
La scrittura di Nievo dà voce all’Italia, alla patria cercata e sperata, facendo entrare la letteratura nelle case degli umili, di quel popolo contadino lombardo, veneto e friulano che avrebbe costituito la silenziosa e operosa ossatura della nazione unita. Concepite tra il 1855 e il 1857, durante un periodo di esilio volontario presso il castello di Colloredo, le novelle si distinguono per l’uso spregiudicato del pastiche linguistico, aprendo a una tradizione che sarebbe arrivata fino a Gadda.
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