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Di solito sono gli dèi che fulminano gli uomini. In questa raccolta di scritti, invece, abbiamo un filosofo che fulmina gli dèi, al plurale come al singolare. E non è detto che le sue saette siano meno micidiali di quelle celesti. Eccone qualcuna: “Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore”. Oppure: “Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di che cosa parli”. Infatti “le religioni, tutte, sono prodotti artificiali”. Se Nietzsche, con l’enfasi abituale, proclama la morte di Dio, Schopenhauer, ora con il suo sarcasmo ora con la sua logica implacabile, quel dio lo uccide davvero, togliendo qualsiasi validità teoretica al teismo.
Pubblicato da: RIZZOLI LIBRI
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