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Nel 1988 gli Stati Uniti, dopo una Seconda guerra civile, sono diventati uno stato totalitario, nel quale vive un'élite di individui superiori geneticamente modificati, i Sei. Uno di loro è Jason Taverner, ex cantante e ora star televisiva. Una mattina Taverner si sveglia in una stanza sconosciuta in uno squallido albergo, sprofondato di colpo nell'anonimato. Nessuno ha mai sentito parlare dei suoi dischi o del suo show, seguito fino al giorno prima da trenta milioni di americani. Nessuno riconosce il suo volto; il suo agente e il suo avvocato negano di sapere qualcosa di lui. Di lui non resta alcuna traccia, né nella memoria dei suoi contemporanei né negli archivi della polizia. E questo potrebbe essere un problema, un grosso problema in un mondo in cui chi non ha un'identità è considerato un criminale. Ridotto allo stato di nonpersona e braccato dall'onnipresente polizia, Jason inizia a chiedersi se tornerà mai a essere ricco e famoso. E soprattutto se ci sia stato davvero un tempo e un luogo in cui lui era ricco e famoso, o sia stato tutto solo un sogno.
Candidato ai premi Hugo e Nebula, vincitore del Campbell Memorial Award, Scorrete lacrime, disse il poliziotto (1974) esplora i temi più cari a Philip K. Dick - l'incerto confine tra realtà e illusione, il controllo sociale, gli effetti delle droghe -, e invita il lettore a gettare uno sguardo oltre l'orlo di spaventose ossessioni che danno forma a un universo nel quale, forse, stiamo già vivendo.
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