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Il vecchio Callimaco, giunto alla fine di una vita vissuta nel canto e nella musica, trascorre il suo ultimo giorno circondato dalle tante persone che lo hanno amato, e con loro ripercorre i momenti cruciali della sua vita, tra ricordi, sogni e visioni.
Racconta così di quando, bambino, era il piccolo "servo pastore", amato e temuto dalla comunità, per il suo indomito spirito di eretica libertà; dialoga, in sogno, con la figlia Teresa dagli occhi secchi, che per amore dal mare di Rimini finisce a morire nell'Argentina delle torture e della dittatura; si diverte a ricordare la filastrocca di Volta la carta, e si commuove nel ricordo degli amici nativi americani che gli raccontarono la strage del Fiume Sand Creek... E poi ancora, Callimaco rievoca Il cielo d'Irlanda, l'Hotel Supramonte e tanti altri luoghi e immagini che - attraverso le canzoni - sono entrati nell'immaginario collettivo degli italiani.
Quella di Bubola è una grande operazione letteraria, destinata a lasciare un segno profondo nella storia della cultura contemporanea: le sue canzoni tornano qui in un'altra forma, quella della prosa d'arte, e rivivono, arricchite di nuove suggestioni, nuove sfaccettature, nuova luce.
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